La Polizia Postale incontra gli alunni della Scuola Margaritone
Giovedì 16 gennaio, io e la mia classe, abbiamo avuto il privilegio di ascoltare una lezione sull’uso dei social e prevenzione del cyberbullismo tenuta da due membri della Polizia Postale di Arezzo, appartenenti al Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica (C.O.S.C).
L’incontro è stato particolarmente interessante grazie al modo pacato con cui hanno affrontato gli argomenti spingendo noi ragazzi a riflettere e mostrandoci le conseguenze, anche penali, delle nostre azioni sui social.
Quotidianamente, infatti, usiamo Whatsapp, Telegram, Instagram ecc per scambiarci informazioni, anche personali, idee, opinioni, documenti e foto, senza però pensare che potrebbero finire nelle mani sbagliate perché, trattandosi di piattaforme virtuali, non sempre possiamo conoscere chi si trova al di là dello schermo e quali sono le sue intensioni.
È per questo che ci hanno ricordato di evitare di condividere informazioni troppo personali, come indirizzo di casa, password, foto, geo localizzazione ecc. Infatti, ci hanno spiegato che i social vengano sfruttati anche da persone malintenzionate che, dalle foto che pubblichiamo, si possono rendere conto ad esempio se una persona è fuori casa e approfittarne magari per derubarla. Tutto questo ci ha fatto capire che tutti noi utilizziamo queste piattaforme in modo troppo frettoloso, superficiale e alcune volte, per la voglia di stupire gli amici, postiamo foto, dando così a chiunque, molte più informazioni su di noi di quanto realmente vorremmo.
Inoltre la Polizia Postale ci ha parlato della netiquette, concetto che avevamo già affrontato in classe con la nostra insegnante di italiano, e che possiamo definire come la “buona educazione” sui social. E’ importante scrivere messaggi con un linguaggio adeguato ed educato, cercare di essere sempre chiari per non creare fraintendimenti che potrebbero determinare brutte reazioni, non offendere, non condividere spam ecc. Bisogna sempre ricordarci che quello che scriviamo o quello che pubblichiamo rimarranno per sempre, quindi è bene scrivere soltanto quello che si potrebbe dire in faccia ad un’altra persona.
Infatti le conseguenze di ciò che accade nel mondo virtuale sono purtroppo reali. Ce lo dimostrano soprattutto i numerosissimi casi di cyberbullismo.
Gli episodi di cronaca che ci sono stati raccontati sono stati davvero sconvolgenti. Infatti quando il bullismo viene praticato attraverso i social diventa ancora più meschino e brutale perché le foto, le parole che scriviamo, gli audio ecc. possono arrivare ad un numero enorme di persone, senza poterle più eliminare. Qualsiasi click lascia una traccia indelebile in rete. In questi casi la vittima si sente completamente isolata e spesso in un caso su dieci può arrivare a tentare di togliersi la vita. Come è successo a Carolina Picchio, la cui morte ha dato il via per la legge n° 71 del 2017 sul cyberbullismo. Tutti i comportamenti in rete che contribuiscono a perpetrare reati sono vietati e puniti dalla legge. Chi è vittima di offese o insulti ha il compito difficile ma necessario di parlarne perché si possa intervenire in tempo nel recuperare anche chi mette in atto comportamenti di bullismo
Esiste anche un terzo soggetto che fa parte integrante di questo scenario oltre al bullo e la vittima. Si tratta di tutti coloro che assistono e che non si oppongono, ma sostengono queste azioni anche semplicemente con un like o condividono materiali ricevuti.
Esiste per tutti la possibilità di “segnalare” contenuti non adeguati al gestore del social, che dovrebbe rimuoverli entro 48 ore. Si può anche chiedere al Garante della Privacy di rimuovere contenuti compilando il “modulo di segnalazione di cyberbullismo”, reperibile in rete. Esiste anche la possibilità di chiedere l’ammonimento ufficiale del bullo da parte del Questore prima di arrivare ad una denuncia vera e propria.
Ho apprezzato molto il fatto che anche la Polizia Postale ci abbia invitato a parlare con gli adulti, genitori, insegnanti ecc, se pensiamo di essere vittime di bullismo, ma ci hanno incoraggiato a non restare in silenzio di fonte a comportamenti di questo tipo anche quando riguardano altre persone. Grazie alle parole della Polizia Postale io, ma credo anche tutti i miei compagni, avremo un atteggiamento diverso nell’uso dei social, sicuramente presteremo maggiore attenzione nel postare, nell’usare un linguaggio corretto e, soprattutto, nel denunciare qualunque forma di cyberbullismo, perché NESSUNO deve mai più esserne vittima !!!
Irene Amatucci II° B