Che fine ha fatto Pietro Pinalli?
Pietro Pinalli era un ragazzo tranquillo che viveva in un piccolo paesino in periferia di una grande città. Abitava in un condominio di quattro appartamenti. Due dei coinquilini erano persone con cui scambiava qualche parola ogni tanto. L’altro appartamento, invece, era sempre e soltanto chiuso. Il proprietario usciva solo la sera per fare una passeggiata e fumare qualche sigaretta nell’ingresso del condominio, la cena gli veniva portata a casa, nessuno entrava o usciva mai a parte lui. Dall’appartamento provenivano strani odori e le finestre non venivano mai aperte. Tutti, compreso Pietro, immaginavano le cose più strane all’interno. Ma forse si trattava solo di un tipo solitario a cui non piaceva fare le pulizie e cucinare.
Un giorno, tornato dall’ università, Pietro vide la porta del vicino leggermente aperta; non ce la fece a resistere e quindi entrò nell’appartamento. Era buio e dalla puzza non si respirava. Appena entrato vide subito la cucina che era sommersa da cartoni di pizza accatastati. La curiosità era troppa e quindi decise di andare a dare un’occhiata anche alle altre stanze; il bagno era lurido, la camera da letto era tutta in disordine per non parlare del letto che era interamente sfatto… Decise quindi di andare a vedere anche l’ultima stanza, lo sgabuzzino. Una volta aperto si trovò davanti la scena più macabra immaginabile; c’erano una donna e due bambini appesi per i piedi, morti. La pelle era pallida, gli occhi uscivano dalle orbite, i vestiti erano sudici e vecchi. Pietro corse fuori dalla casa e vomitò sul pianerottolo ma non ebbe neanche il tempo di riprendersi dallo shock che si trovò davanti il vicino.
Questo gli fece un sorriso agghiacciante, dopodiché il nulla, Pietro vide tutto nero. L’uomo, dopo averlo stordito, lo trascinò all’interno di casa sua. La porta si chiuse lentamente con un lieve cigolio.
Viola Bracciali 2°B