Con Paolo Nocentini, presidente del consiglio della Giostra, ripercorriamo le tappe della presenza femminile nella manifestazione.
Per i primi 20 anni il Saracino ha parlato esclusivamente al maschile. La prima apparizione di una donna risale al 1951: nel Te Deum per la vittoria, Porta Crucifera fece sfilare come madrina una dama in abiti trecenteschi. Passarono altri 10 anni prima di vedere in corteo e in piazza dame e paggi (in abiti a noleggio) grazie alla revisione di Fulvio Tului del ‘61. Le modifiche però incontrarono il malcontento dei ‘puristi’ e nel 1987 una commissione decretò l’incongruenza della presenza di donne in un evento di carattere militare e di conseguenza le eliminò. Ma grazie a pressanti richieste delle donne nei quartieri, i tempi stavano cambiando. Nel 1997 Sant’Andrea portò in corteo dame e paggi. Da allora le donne sono entrate a far parte della coreografia giostresca e sfilano come parte civile prima dei militari. Oggi vestono anche i panni di aiuto registe, lucchi e chiarine. Solo 2 donne hanno tirato al buratto, anche se non sono mai arrivate a giostrare: Maité Gazzen nel 1986 e Barbara Taiuti nel 2013. Tra tutte le lance d’oro una sola nel 2001 è stata dedicata ad una donna: Faustina degli Azzi, poetessa aretina. Quelle del 2024 sono per Vasari e San Francesco. E alle donne? Quando verrà dedicata loro un’altra lancia d’oro? Esempi di protagoniste della città o simbolo di emancipazione non mancano: da Ippolita degli Azzi, che secondo leggenda guidò la resistenza aretina contro i fiorentini dopo Campaldino, a Nella Bonini in Fiumicelli, prima donna radiologo italiana.